mercoledì 12 dicembre 2012

DAL SITO UFFICIALE DELLA TERNANA CALCIO, INTERVISTA A BINDA

Nicola Binda è una delle "firme" di punta della "Gazzetta dello Sport" e segue con grande passione il campionato di serie B. Lo abbiamo incontrato per scoprire cosa pensa di questo avvincente torneo e della Ternana neopromossa....

Nicola, dacci un giudizio in generale su questo campionato di B…

"Che fosse un campionato livellato, senza squadre big (Torino, Samp, Atalanta…), lo si sapeva. Quello che colpisce è vedere le prime tre marciare così spedite, con un cammino da record (mai viste le prime tre con così tanti punti). Brave loro, sicuramente, ma è rilevante il fatto che dietro, pur con tante squadre competitive, nessuna riesca ad avere la continuità di risultati necessaria per andarle a prendere. Ma c’è tempo..."

Che idea ti sei fatto della Ternana?

"E’ una neopromossa e in quanto tale il salto non è mai facile da sostenere, ma la B non è sicuramente un pianeta sconosciuto per Terni. Giustifico quindi gli alti e bassi della squadra, proprio perché all’inizio è dura ambientarsi per chi viene dalla Lega Pro, ma nella seconda parte mi aspetto un rendimento più regolare e un consolidamento in classifica, stando lontani dalla zona retrocessione. Comunque un giudizio più approfondito lo darò dopo la gara di Livorno, che (influenza permettendo) dovrei andare a vedere".

Quanto pensi che i gravi infortuni subiti da numerosi giocatori della Ternana abbiamo condizionato e condizionino il lavoro del mister e la posizione di classifica attuale dei rossoverdi?

"Gli infortuni sono sempre un guaio, ma la fortuna della Ternana è quella di avere una rosa abbastanza ampia".

Un giudizio globale sul lavoro della società rossoverde…

"Direi positivo, perché in estate si è investito per rinforzare la squadra. Ma la cosa dovrà avvenire anche a gennaio, anche per sopperire agli infortuni di cui parlavamo. Mi piacerebbe inoltre vedere un maggior coinvolgimento della città: la Ternana si è sempre distinta per la passione dei suoi tifosi e questa squadra di merita un’adeguata cornice di pubblico. La società, vista la crisi, dovrebbe lavorare su questo aspetto per portare ancora più tifosi al Liberati".

C’è qualche calciatore che ti sta sorprendendo in questo campionato, e chi invece ti sta deludendo?

"Ci sono tanti giocatori maturi ma ancora relativamente giovani che non capisco come facciano a giocare in B e non in A. Anzi, no, lo capisco benissimo: in serie A si preferisce fare business e prendere stranieri, trascurando giocatori che adesso stanno arricchendo questo campionato. Non faccio nomi, ma la sostanza è quella".

A livello tattico che idea ti sei fatto di questo torneo? Trovi ci siano spunti interessanti? E se si, da parte di quali allenatori?

"Vedo un gran bel mix di moduli. Mi piace molto il 4-3-3 del Sassuolo, che è di stampo zemaniano con palla sempre in verticale, ma molto più equilibrato con adeguata copertura alla difesa. In genere però preferisco gli allenatori che cambiano volto alle loro squadre, quindi credo che Mandorlini (anche avendo l’organico più ricco della categoria) e Nicola (che ha un super attacco e altri reparti un po’ meno solidi) abbiamo fatto bene a rivedere il 4-3-3- di partenza proponendo nuove soluzioni".

Come valuti il lavoro del presidente Abodi? Quindi del “nuovo corso” della lega di B?

"Verrebbe da dire che questo bel campionato, vivace e interessante, sia figlio della sua politica. Non credo che sia così, ma di sicuro il suo lavoro è apprezzabile: la Lega di B, dopo la separazione dalla A, è in cerca di identità, il calcioscommesse ha inciso sull’immagine, quindi Abodi fa bene a costruire una Lega che non si esprima solo con il campo, ma a 360 gradi con iniziative a ogni livello che la qualificano. Un lavoro così apprezzabile, il suo, che non è stato inosservato: e se la Lega di A lo portasse via…?".

Come immagini la B del futuro?

"Con due squadre in meno, per essere ancor più compatta. Più attenta a non retrocedere, perché con la riforma dei campionati in Lega Pro ssarà più difficile risalire. E purtroppo, più distante dalla serie A, dove ci saranno paracaduti sempre più ricchi per chi retrocede. Visto lo snodo cruciale della B, è auspicabile un maggior dialogo con le leghe confinanti per evitare che una promozione o una retrocessione non abbiano solo riflessi sportivi, ma anche patrimoniali. Ma il dialogo, che dovrebbe essere sostenuto dalla Figc, al momento non c’è".

A livello mediatico credi che la bwin riceva dagli organi di informazione tutta la visibilità che merita?

"No, credo che meriterebbe molto di più. Sui quotidiani, vista la crisi, le pagine sono meno e quindi gli spazi sono ridotti. Bisognerebbe sfruttare Internet e le nuove tecnologie per dare risalto a una categoria che ha comunque molti appassionati, oltre ai semplici tifosi".

Ci racconti un aneddoto divertente che ti è capitato nella tua carriera?

"Ce ne sono tanti, sono anziano ormai… Comunque rido ancora quando ricordo una cosa: sono stato presidente di una squadra di Promozione (oggi ne sono presidente onorario), al mio paese, e durante un periodo-no la stampa locale (nel nostro piccolo 2 tv, 1 radio e 5 giornali) ci stava attaccando. E così, la mia società ha imposto il silenzio stampa. Vi rendete conto? Il giornalista in silenzio stampa… Dopo tre giorni abbiamo trovato il compromesso: parla solo il presidente! Ma che figura…".

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