sabato 8 giugno 2013

MIGLIETTA: DICHIARAZIONE D'AMORE ALLA TERNANA "MI SENTO UNA FERA, DA TERNI NON ANDREI MAI VIA"

TERNI - Un po' di vacanza. Il mare di Lecce, le bellezze infinite di una città fantastica per uno che è nato in zona, nei pressi di Brindisi. Cris Miglietta si gode il meritato riposo. Ma con il telefono sempre acceso «perché quando si va in vacanza si aspetta sempre la telefonata giusta». Soprattutto per chi vede scivolare via gli ultimi giorni di un contratto che sa di aver onorato al meglio, in campo e fuori. Il centrocampista rossoverde è uno di quelli con il contratto a scadenza 30 giugno. Di conseguenza è anche uno di quelli che aspetta di conoscere il proprio futuro. «Non posso fare altro che aspettare la chiamata della Ternana, una telefonata che potrebbe essere di conferma ma anche di addio perché nel calcio è questa la prassi». Chiedergli cosa pensa, se conta di essere confermato o meno, è inutile perché il regista si disimpegna al meglio nella "fase difensiva". «Ma cosa vuole che le dica. Io posso anche essere soddisfatto della mia stagione. Guardo le presenze, leggo i commenti, vedo il riscontro finale della classifica e penso di aver fatto il mio. Però nonostante questo la società ha comunque il diritto di cambiare, se lo ritiene necessario. Per cui la mia valutazione conta niente nei confronti di quelle decisive del tecnico e del direttore sportivo». Già, ma se Miglietta ha disputato una stagione da titolare qualcosa vorrà pur dire. «Penso sia così, ma nonostante questo la possibilità del cambiamento c'è sempre. In ogni caso questi sono discorsi che non hanno troppo senso perché, ripeto, è la società a decidere sul futuro di chi si ritrova con il contratto in scadenza come me». Cris sembra tranquillo... «perché sento di avere la coscienza a posto. Ho dato il massimo. Sempre. Quindi ho davvero poco da rimproverarmi anche se io per primo avrei voluto fare ancora meglio, segnare qualche gol ad esempio. Però nel complesso il rendimento del gruppo è stato buono e il risultato finale lo dimostra. E io mi sento una componente di quel gruppo». Che però rischia di sfaldarsi visto cos'è successo a Sinigaglia e Ferraro, al passo d'addio. «Mi dispiace davvero tanto per loro. Sono stati fantastici, hanno fornito un contributo enorme in campo, nello spogliatoio, nel rapporto con la città. Ma questa è stata una prerogativa del nostro gruppo, in particolare di quelli che sono partiti dalla Prima Divisione. Anni che non si possono cancellare. Anni fantastici». Parole che lasciano trasparire già un po' di nostalgia: «Ma no, è che so benissimo come funziona il calcio. I cambiamenti ci stanno. Io però vorrei tanto restare a Terni, perché ci sto veramente bene e ci sta benissimo la mia famiglia. Ambiente fantastico, città a misura di famiglia. È un posto ideale per svolgere la mia attività. Quindi la mia speranza è continuare a far parte di un progetto che mi dicono sia sempre più ambizioso. Ma sempre partendo da una considerazione di fondo: dev'esserci dall'altra parte una stima sincera per l'uomo Miglietta prima ancora che per il calciatore. Non si può stare in Paradiso a dispetto dei santi e quindi aspetto con fiducia la chiamata della società una volta che avrà deciso le proprie strategie. Sperando che sia di convocazione per firmare il nuovo contratto. Non a caso ho ancora la casa in affitto con dentro tutti i mobili. Credo che questo aspetto confermi in pieno le mie parole. Vorrei restare. Più chiaro di così!» E se invece così non fosse? «Anche se a malincuore dovrei cominciare a guardarmi intorno. Però, detto senza alcuna presunzione, credo anche che non resterei a guardare perché nella Ternana che ha fatto benissimo anche il sottoscritto ha fornito il proprio contributo. Penso anche di poter giocare a buoni livelli ancora per tre o quattro anni. E spero tanto di poterlo fare con la maglia rossoverde addosso. Se non sarà così vorrà dire che quella telefonata, dovesse arrivare, sarebbe buona per il commiato, per i saluti. Insomma, in ogni caso un po' di forma ci sta sempre bene, specie tra chi ha lavorato insieme per due anni facendo anche qualcosa di buono».

Il Giornale dell'Umbria


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