giovedì 27 giugno 2013

FANGO SU FALCONE, MICCOLI PIANGE ALLA CONFERENZA STAMPA: "NON DORMO DA TRE GIORNI, SONO UN PADRE DI FAMIGLIA..."

"Chiedo scusa alla città di Palermo e alla mia famiglia". Così il bomber rosanero Fabrizio Miccoli che ieri è stato sentito in Procura in merito ad alcune intercettazioni. In una ha definito Falcone "un fango".

"Da tre giorni non riesco a dormire per tutto quello che è uscito. Sono stato in campo a testimoniare per Falcone e per tutte le vittime di mafia. Sono qui per prendermi le mie responsabilità, per chiedere scusa alla città di Palermo, alla mia famiglia. Da 20 anni faccio questo lavoro e sono un padre di famiglia". Sono le prime parole di Fabrizio Miccoli, in conferenza stampa convocata in un noto hotel di Palermo. L'ormai ex capitano rosanero è stato ascoltato ieri in Procura per rispondere al Procuratore aggiunto Leonardo Agueci ed ai sostituti Maurizio Bonaccorso e Francesca Mazzocco in merito alle intercettazioni che lo hanno visto protagonista, in particolare quelle sul giudice Falcone. Miccoli è poi scoppiato in lacrime. Poi a domanda ha risposto: "Chiedere scusa alla famiglia Falcone? Ho già contattato la signora (Maria, ndr) che mi ha detto delle bellissime parole e che bastava chiedere scusa alla città per accettare le mie. Le ho detto che spero che lei mi dia l'opportunità di essere presente all'interno delle associazioni e di portare avanti qualcosa in comune".

LE ACCUSE - Il bomber rosanero è indagato per estorsione e accesso abusivo a sistema informatico: avrebbe commissionato al suo amico Mauro Lauricella - figlio di Antonio, boss del quartiere Kalsa, detto 'U Scintilluni', arrestato nel settembre 2011 dopo un periodo di latitanza - di riscuotere una somma di denaro dai gestori di una discoteca di Isola delle Femmine, nel Palermitano, e avrebbe inoltre convinto in titolare di un centro di telefonia a intestare alcune sim a ignari clienti per darle in uso a Lauricella proprio nel periodo in cui il padre di quest'ultimo era ricercato. Ma sul numero 10 che per anni ha fatto sognare i tifosi palermitani e che fino al 30 giugno è sotto contratto con la squadra di Maurizio Zamparini (che non gli rinnoverà il contratto) pendono anche le infamanti affermazioni dell'attaccante, intercettate dagli investigatori quando, in compagnia di Lauricella, ha definito il giudice Giovanni Falcone "un fango". Parole che hanno provocato la reazione indignata di tutti, compresi i tifosi per i quali, fino a quel momento, era il campione di sempre, nonostante lo scivolone sportivo che aveva fatto retrocedere la loro squadra in Serie B.

Ieri Miccoli è rimasto a lungo sotto torchio davanti al procuratore aggiunto Leonardo Agueci e ai sostituti Francesca Mazzocco e Maurizio Bonaccorso. Dieci carabinieri hanno presidiato i due ingressi del corridoio che porta alla stanza dei pm, impedendo ai giornalisti presenti di avvicinarsi alle stanze dei magistrati. Una task force, hanno notato in molti, che non si era vista nemmeno in occasione di interrogatori "eccellenti" come quelli dell'ex ministro Nicola Mancino. Il giocatore - dopo giorni di assoluto silenzio - è giunto al palazzo di giustizia in magliettina chiara, jeans e scarpe da ginnastica, "nascosto" dietro occhiali scuri, assieme al suo procuratore e avvocato Francesco Caliandro. Con il suo legale aveva programmato già da due giorni una conferenza stampa all'hotel Excelsior, ma l'interrogatorio è andato per le lunghe. In una pausa l'avvocato di Miccoli aveva spiegato che la conferenza stampa si sarebbe comunque tenuta in serata, poi ha cambiato idea, rimandandola a domani, sempre all'Excelsior.


L'unione Sarda


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