lunedì 22 ottobre 2012

DAL MESSAGGERO, BATMAN AMBROSI, A 38 ANNI È LUI IL SUPEREROE DELLA TERNANA

TERNI _E' arrivato in serie B quando altri pensano alla pensione, disposto persino a non essere titolare. Dopo dieci giornate è ancora l'uomo indispensabile sia in campo che nello spogliatoio...
Qualcuno gli ha dedicato su fabebook una foto, che sta facendo il giro sulle bacheche di molti tifosi. Si vede lui, immortalato in un plastico volo, accanto al simbolo di Batman. In effetti, se è vero che i portieri di calcio vengono spesso accostati ai supereroi, allora ci può stare pure che Stefano Ambrosi faccia pensare a Batman. In ogni modo, il portierone rossoverde oggi scrive una storia particolare. La sua storia. Dopo tanti anni a giocare tra la serie D e la Lega Pro, arriva in serie B a 38 anni.
Quando l’estate scorsa ha rinnovato il contratto con la Ternana, ha accettato pure di rimettersi in discussione. Qualcuno diceva persino: «Tanto, non sarà titolare». Le proverbiali ultime parole famose. Ora Ambrosi non solo è titolare, ma in ogni partita si guadagna la pagnotta mettendoci i guantoni e collezionando interventi decisivi. Insieme al tecnico Mimmo Toscano ed ai suoi compagni, non si è abbattuto dopo l’inizio di campionato difficile. Era lui che, dopo la sconfitta di Bari - la terza in altrettante partite - continuava a spronare tutti, dicendo che era il momento «di lavorare e stare zitti».
Quella partita, lui, non l’aveva giocata. Ma la settimana successiva, contro il Cesena, rieccolo tra i pali. Una sua grande parata nel primo tempo pesa sullo 0-0 finale. Pesante anche l’intervento simile (volo a togliere la palla da sotto al sette) ad Empoli, così come altri che hanno protetto la prima vittoria centrata proprio in Toscana. Poi sono arrivate le quatro vittorie di fila, anche lì con un Ambrosi super a metterci del suo. Fino alla paratona di La Spezia ed al bis concesso sabato al Liberati negando il gol al suo ex compagno Stefano Giacomelli.
Lui vive tutto questo con entusiasmo. E si esprime con la gratitudine verso chi crede ed ha creduto in lui: «Mister Toscano, il suo vice Michele Napoli, il professor La Porta, la società, il direttore sportivo Cozzella, tutti. E non dimentichiamoci Davide Quironi». Già, il preparatore dei portieri. «Sì, perché non lo citate quasi mai. Invece io devo molto anche a lui, per il lavoro che fa con noi portieri e per l’assiduità con la quale ogni settimana ci prepara». Insomma, ringrazia tutti. «Perché se mi hanno dato fiducia – spiega - vuol dire che mi apprezzano per il giocatore e per l’uomo che sono».
Il giocatore è il portiere attento e a volte insuperabile. L’uomo, invece, è quello che è punto di riferimento per i compagni, in campo, in allenamento, nello spogliatoio. «Ogni giorno – dice lui – scherzo con i ragazzi. Alcuni di loro sono tanto più giovni di me, eppure il mio spirito è lo stesso che hanno loro». Uno spirito che conserva nonostante tanti anni di carriera. Nel giorno del rinnovo del contratto con la Ternana, diceva di prepararsi al suo primo campionato di serie B con l’entusiasmo di un bambino. «E come farei, se no? Senza quello, mica puoi giocare». Se ci aggiungiamo la concentrazione ed una freschezza atletica ancora invidiabile, ecco gli ingredienti di questo Ambrosi formato serie B, capace di ritagliarsi pure lì uno spazio.
Si è rimesso in discussione anche con la concorrenza interna di portieri promettenti e giovani. Come Alberto Brignoli, sfortunato per aver dovuto vivere due sconfitte. Ma Per lui, il capitano ha parole di elogio: «È giovane, si sta avvicinando ad un calcio importante. Ha ottime qualità e se saprà sfruttarle farà strada. Glielo dico sempre». Così come gli fa battute sulla differenza di età. «È vero. Gli dico che potrebbe pure chiamarmi papà. Ma il futuro è suo. Ha una bella carriera davanti. Mica come me, che ancora avrò da giocare cinque o sei anni».
Cinque o sei anni, dice. Mi sa che il capitano, a smettere, proprio non ci pensa. E se l’apperitivo viene mangiando, non è un sacrilegio continuare a sognare ancora altre soddisfazioni. Anche a 38 anni.

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